Steven Soderbergh non ha nulla contro i film sui supereroi ma ammette: “Non sono in target”

Steven Soderbergh (Ocean’s Eleven, Magic Mike) non ha nulla contro i film sui supereroi ma ammette: “Non sono in target.”

In passato, Steven Soderbergh, regista di Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001), Contagion (2011) e Magic Mike (2012) noto per il suo peculiare stile di narrazione non lineare e ricco di colpi di scena e di sequenze sperimentali, si è espresso diverse volte sulla sua posizione nei confronti dei cinecomics, spiegando di non essere interessato alla regia di un blockbuster sui supereroi o di un film appartenente ad un franchise per via della mancanza di sesso.

Nel corso di un’intervista con Rolling Stone per promuovere l’uscita di Magic Mike – The Last Dance, Steven Soderbergh è tornato a discutere della sua opinione sui film sui supereroi. Pur ribadendo di non avere alcun “problema filosofico” con questa tipologia di pellicole al contrario dei suoi colleghi, il regista ha ammesso di non rientrare nel target di pubblico a cui sono rivolti i cinecomics, riconoscendo tuttavia il notevole sforzo produttivo necessario per realizzare questi prodotti:

Non ho alcun problema filosofico con questi film. Il nocciolo della questione è: non sono in target. Da bambino non ho mai letto fumetti. Non mi piace il genere fantasy. Sono troppo ancorato alla realtà. Quindi semplicemente non sono in target. Sono agnostico verso questi film. Ma, da regista, ti posso confermare che sono film molto difficili da fare, e richiedono una certa energia. I Russo sono miei amici. Chi poteva sapere la prima volta che li incontrai che questa fosse una loro passione e che hanno vera connessione con questa cosa? Non l’ho saputo finché non mi hanno chiamato per dirmi ‘Siamo in lizza per questo film su Captain America. Puoi chiamare Kevin Feige e mettere una buona parola su di noi?’. E dissi ‘Sì, se rispondete a quest’unica domanda: è qualcosa che morite dalla voglia di fare o è qualcosa che dovreste fare secondo qualcuno?’. E loro risposero ‘Oh no, abbiamo una collezione di fumetti enorme. È il nostro lavoro dei sogni.’ Così dissi ‘Oh, allora lo farò assolutamente.’ E si è scoperto che non stavano affatto scherzando. È roba molto difficile. Non avrei potuto farlo.”