Oltre tre mesi fa, la Writers Guild of America – il sindacato americano a difesa dei diritti degli sceneggiatori di Hollywood – ha indetto un nuovo sciopero; al centro della contesa con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers vi è una rielaborazione dei compensi degli sceneggiatori, tra cui un aumento considerevole dei minimi e una formula migliore per i residui legati ai progetti destinati allo streaming, e la regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale dagli studios.
A questo si è aggiunto lo sciopero indetto da SAG-AFTRA (il sindacato degli attori statunitensi), il quale ha deciso che rimarrà in sciopero finché non riuscirà a ottenere un contratto equo con l’associazione dei produttori – che rappresenta circa 300 tra studios e streamer grandi e piccoli, in particolare le grandi major di Hollywood oltre a Netflix, Amazon e Apple. Questo ha portato all’interruzione immediata di tutte le produzioni statunitensi, con gli attori che non possono neanche più promuovere le pellicole in uscita e nessuno ha idea di quando lo sciopero terminerà.
Stando agli ultimi aggiornamenti, l’11 agosto gli studios hanno inviato una controproposta di 6 pagine dove vengono affrontati alcuni punti delicati (come aumento dei compensi e intelligenza artificiale). Questa proposta non è stata ritenuta valida dalla WGA e da quel momento le trattative si sono interrotte, in quanto gli studios di Hollywood non sono intenzionati a dialogare ulteriormente.
A fronte di questa decisione, il sindacato ha deciso di rispondere duramente, pubblicando una tabella esatta per rivelare quanto inciderebbe economicamente la loro richiesta.
Per gli studios di Hollywood, accettare le condizioni richieste inciderebbe soltanto uno 0.18% sulla media dei loro incassi annui.
Nel caso specifico della Disney, trovare una soluzione con gli sceneggiatori costerebbe circa 72 milioni, ovvero lo 0.088% dei loro incassi annui, pari a 82.7 miliardi complessivi (considerando anche i parchi).
Per quanto riguarda Netflix invece, alla compagnia viene chiesto di spendere 65 milioni l’anno in più a fronte di un incasso annuo di 31.6 miliardi (in questo caso, tutti derivanti dallo streaming), ovvero lo 0.206% degli incassi annui.
Passando a Warner Bros., invece, trovare un accordo con la WGA inciderebbe per 45 milioni a fronte di un incasso di 43.1 miliardi (comprensivi delle varie proprietà Warner Bros. Discovery), ovvero lo 0.104% dei loro incassi annui.
Di seguito la tabella: