Recensione Avengers: Le notti di Wundagore

Le notti di Wundagore, sesto numero della collana The Avengers: Serie Oro, rappresenta un nuovo punto di partenza per i vendicatori, che per la prima volta si trovano ad affrontare un nemico diverso da quello ai quali erano abituati, ovvero un membro del loro gruppo, la potente Scarlet Witch in questo caso, che perde il controllo e minaccia seriamente l’umanità. Possiamo affermare che Le notti di Wundagore ha dato a Brian Michael Bendis l’ispirazione per scrivere Avengers: Divisi, che ha un background a tratti simile a questa storia.

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Le Notti di Wundagore, scritto da David Michelinie e da Mark Gruenwald, sotto la supervisione di Jim Shooter, è diviso in più storie collegate tra loro, che seguono una cronologia ben delineata: la prima parte, ambientata a New York, è formata da On The Matter of Heroes (Avengers 181), Honor Thy Father (Avengers 182) The Redoubtable Return of Crusher Creel (Avengers 183) e Death on the Hudson (Avengers 184) mentre la seconda, nella quale la storia si sposta sul Monte Wundagore, è formata da The Yesterday Quest! (Avengers 185), Nights of Wundagore (Avengers 186) e The Call of the Mountain Thing (Avengers 187).

Nella prima parte di storia i Vendicatori si trovano ad affrontare minacce differenti: la più subdola è rappresentata dalle ingerenze del governo nelle attività del gruppo, per mano dell’agente governativo Gyrich, che tenterà anche di imporre una sua personale squadra, formata da soli 7 uomini. I Vendicatori si troveranno poi ad affrontare un nuovo e temibile (e buffo, dato il nome) avversario: L’Uomo Assorbente, che per l’occasione imita la struttura molecolare di un oggetto piuttosto resistente, dando parecchio filo da torcere ai Vendicatori (lasciamo a voi immaginare quale).

Segue la fondamentale saga de Le Notti di Wundagore, seconda parte del racconto, che parla il viaggio di Quicksilver e Scarlet Witch nell’Europa dell’Est, più nello specifico sul Monte Wundagore, alle ricerca delle loro vere origini: ma quando la donna sarà posseduta dal potente demone Chton, toccherà ai suoi compagni Vendicatori accorrere in suo aiuto.

Le due saghe, anche se ambientate in zone diverse, sono collegate tra loro, per esempio i gemelli decidono di partire alla ricerca delle loro origini a seguito di alcuni avvenimenti narrati nel blocco di storie dei Vendicatori, dove sono presenti anche loro.

La prima parte, riguardante il combattimento tra i Vendicatori e l’Uomo Assorbente ci è piaciuta, ma non raggiunge secondo noi il livello de Le Notti di Wundagore e del successivo finale. Quest’ultima svela finalmente, sia ai lettori che agli stessi protagonisti, la storia di Pietro e Wanda Maximoff, alias Scarlet e Quicksilver. Interessante inoltre l’approfondimento sulle origini del potere di Scarlet e sul motivo per il quale non sempre riesce a controllarli (vedasi anche Vendicatori: Divisi).

I disegni, realizzati di John Byrne, nonostante la saga risalga al 1979, hanno il fascino del vintage e rimangono -nonostante il fatto che siano ‘imprecisi’- molto espressivi, si può dire che questo stile di design sia un pilastro fondamentale nella storia dei fumetti, che con fascino ammalia i lettori.

Se apprezzate le storie dei Vendicatori con un certo valore storico, questa è uno di quei albi che non può assolutamente mancare nella biblioteca del fumettista dipendente.