Il comico e attore Patton Oswalt (Eternals) pensa che i Marvel Studios finiranno per essere come la Hollywood degli anni ’50.
Nei prossimi anni l’Universo Cinematografico Marvel si espanderà sempre di più sul piccolo schermo grazie alle numerose serie prodotte dai Marvel Studios per la piattaforma di streaming Disney+. Nonostante l’attesa da parte dei fan per i progetti annunciati al San Diego Comic-Con e per quelli che secondo i rumor sono in fase di sviluppo, molti ritengono che l’offerta di prodotti supereroistici stia cominciando a superare la domanda, correndo il potenziale rischio di saturazione del mercato in relazione ai cinecomics.
Nel corso di un’intervista con The Guardian, il comico e attore Patton Oswalt, interprete dell’Agente Koenig in Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. e di Pip il Troll nella scena dopo i titoli di coda di Eternals (2021), ha spiegato che dal suo punto di vista il business dei Marvel Studios potrebbe avere delle analogie con la Hollywood degli anni ’50 in futuro. Come ricordato da Oswalt, la preoccupazione degli studios per altre questioni influenzò l’abilità di alcuni filmmaker di creare film che altrimenti non sarebbero mai stati realizzati. Per questo motivo, l’attore prevede che prima o poi la compagnia produrrà dei film dell’MCU a basso budget:
“Alcune persone, come Buster Keaton, molto a ruota libera, sono state schiacciate dallo studio system. Ma altri come Vincente Minnelli e Michael Curtiz hanno prosperato, facendo cose fantastiche con quel sistema. Per approfondire, ecco la mia domanda: quand’è che la Marvel ingaggerà inconsapevolmente il loro Douglas Sirk, ossia un tizio che arriva e contrabbanda tutte le ricchezze nascoste che non vedono nemmeno allo studio? Sarà fantastico… Non sappiamo ancora come potrebbe essere un film Marvel da 20, 30 o 40 milioni di dollari.”
In questo periodo, a partire dalla fine degli anni ’20 del secolo scorso, un piccolo numero di studios esercitava il monopolio sull’industria cinematografica: attori, registi e sceneggiatori erano sotto contratto per un determinato numero di anni o un certo numero di film, che venivano girati quasi esclusivamente nei backlot di proprietà delle major e distribuiti attraverso catene di teatri di proprietà degli studios. Viene ricordata come un’era piuttosto difficile per i dirigenti di Hollywood. Dopo la Seconda Guerra mondiale, si verificò un calo del pubblico esacerbato dall’ascesa fulminea della televisione (che stava vivendo la sua Golden Age) come principale fonte di intrattenimento per le famiglie. A complicare le cose ci ha pensato il Comitato per le attività antiamericane della Camera, a caccia di streghe per estirpare artisti “di sinistra” con presunti legami con il comunismo, che impedì a centinaia di persone di lavorare di nuovo nel settore del cinema.