Durante una lunga intervista con The Hollywood Reporter, il regista Marc Jobst (che ha diretto molteplici episodi di Marvel’s Daredevil) ha raccontato la sua esperienza sulla serie distribuita da Netflix tra il 2015 e il 2018, svelando numerosi retroscena inediti.
D: Nell’episodio “New York Finest” di Marvel’s Daredevil hai catturato questo incontro mentale tra Matt Murdock (Cox) e Frank Castle (Bernthal). Ti davi un pizzicotto mentre guardavi Charlie e Jon affrontarsi in quel modo?
Sì, in quella scena con Charlie e Jon era estate. Faceva caldissimo. Giravamo dalle 5 del pomeriggio alle 5 di mattina e Charlie era incatenato a questo camino. Era la prima volta che Jon si presentava come The Punisher. Era molto nervoso per la scena, e la Marvel lo era altrettanto perché l’intero episodio aveva molti dialoghi. Chiedevano se sarebbe stato scenografico e come lo avremmo fatto funzionare. Poi ho pensato che è proprio per la mia abilità di lavorare con gli attori e il mio passato in teatro che mi hanno chiamato.
Il regista ha quindi discusso del dualismo tra i due protagonisti:
Tempo prima, abbiamo fatto una chiacchierata sul contenuto delle scene. Daredevil crede nella redenzione, The Punisher vuole solo vendetta. Quindi c’è stata tutta una discussione su quale lato scegliere. Quando si ha chiaro quello, allora si può procedere. Il mio compito era quello di tenere le redini verso il nord della redenzione e della vendetta.
Quindi abbiamo iniziato a girare quella grande scene a due e normalmente, in quel tipo di giorni, giri forse sei o sette pagine al giorno. Questa era una scena di 14 o 15 pagine, quindi sono tre giorni di riprese che attraversano un momento emotivo intenso e poi finiscono con il grande litigio. ma Charlie e Jon mi dissero che non sarebbero stati in grado di replicare l’emozione che avevano trovato quel giorno anche il giorno dopo. Allora ho guardato Jon e gli ho chiesto se eravamo in grado di girare tutte le pagine in una sola notte e lui mi ha detto di si. Ho guardato la troupe e ho detto: ‘Ragazzi, sollevatevi le maniche perché una volta che il treno parte non possiamo fermarci’. L’unico problema era l’alba perchè a noi serviva la notte. Ma ce l’abbiamo fatta.
D: Al di là di questo, hai dovuto girare anche quella scena folle sulle scale/ corridoio che segue lo scontro sul tetto tra Matt e Frank. Quella sequenza ti ha tirato via anni di vita?
Marvel’s Daredevil è stato il primo show che ho fatto per la Marvel e volevo farlo perchè era l’eccezione e non solo perchè era figo. Daredevil ha appena battuto The Punisher, che è sulle sue spalle. Lo mette in ascensore e poi vede questo vecchio. Sa anche che i bikers stanno arrivando e che probabilmente uccideranno l’anziano. Daredevil, come personaggio, non può lasciare che questa accada quindi sa che deve provare a salvare il vecchio. D’altro canto, sa che se il Punitore arriva al piano inferiore e si sveglia, può scappare.
Questo è il motivo dell’eccezione perchè altrimenti si perderebbe la traccia della storia principale, che sarebbe scendere le scale e tenersi stretto il Punitore. Ho spiegato l’idea a Netflix e ci è voluto tre giorni. Ci sono tre punti. Il primo giorno abbiamo provato il primo momento nel corridoio per sei ore, e non avevamo ancora messo in scena un singolo pugno. Da Los Angeles ci chiedevano cosa stessimo facendo e se avevamo girato, così il primo primo assistente mi ha detto di girare qualsiasi cosa, giusto per avere qualcosa in mano. Abbiamo girato qualche momento drammatico e poi siamo ripartiti. Il motivo per cui ci abbiamo messo moto era perchè la coreografia non funzionava a pieno. Charlie ci ha aiutato con delle proposte e così abbiamo continuato. Ma ci è stato un momento in cui sono dovuto andare in bagno per respirare e ripetermi che tutto sarebbe andato bene.