Sciopero

Il sindacato degli attori rifiuta l’offerta “finale e migliore” inviata dagli studios di Hollywood, lo sciopero continua

Dopo una brusca interruzione tre settimane fa, causata da “divergenze troppo grandi da colmare”, a fine ottobre AMPTP (l’associazione dei produttori e degli studios di Hollywood) ha ricominciato le trattative con SAG-AFTRA (il sindacato degli attori) per raggiungere un compromesso e stipulare un nuovo contratto collettivo che ponga fine allo sciopero in corso, iniziato lo scorso 14 luglio e che ha ormai superato i 100 giorni.

Dopo giorni e giorni di trattative serrate, di legali coinvolti e di parti sempre più vicine, ora è arrivata una brusca frenata, che rischia di danneggiare seriamente il settore.

Gli studios di Hollywood hanno infatti inviato quella che definiscono “ultima, migliore e definitiva offerta“, dando appena un’ora di tempo al sindacato degli attori per accettarla o rifiutarla. Il sindacato ha risposto prendendosi comunque un giorno intero per valutarla adeguatamente… decidendo alla fine di rifiutarla, in quanto non c’è ancora un accordo su diversi elementi, tra cui l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

L’obiettivo del sindacato è infatti quello di “assicurarsi il giusto accordo” ed evidentemente anche questa “migliore offerta” non ha soddisfatto le richieste, specialmente per quanto riguarda un argomento complesso come l’AI: non a caso, prima dello sciopero le major hanno iniziato a scansionare senza preavviso le comparse, con l’obiettivo di ricrearle in digitale e risparmiare tempo e denaro in futuro, danneggiando inevitabilmente l’intera categoria degli attori.

Un altro dei motivi principali dei dissidi tra attori e produttori è la condivisione dei ricavi provenienti dallo streaming di film e serie tv sulle piattaforme: laddove il sindacato degli attori richiede una percentuale su ogni abbonato, gli studios (rappresentati dai quattro CEO delle più importanti major, ovvero Netflix, The Walt Disney Company, NBCUniversal e Warner Bros. Discovery) hanno proposto un’alternativa legata al successo dei contenuti in streaming con dei bonus apparentemente molto generosi.

Nelle prossime settimane gli studios dovranno presentare i risultati trimestrali delle loro aziende, evento durante il quale saranno costretti a rispondere alle domande degli azionisti che, sicuramente, chiederanno conto di quanto sta accadendo con il sindacato degli attori. Al contrario di Netflix, che non ha subito conseguenze immediate e che anzi festeggia l’aumento degli abbonati, gli altri studios stanno soffrendo di gravi perdite economiche e continui rinvii nel calendario delle prossime uscite.

Nonostante alcuni film siano stati rinviati e altri siano sull’orlo del rinvio, lo slittamento ufficiale dei titoli verrà annunciato solamente al termine dello sciopero, poiché gli studios non vogliono mostrare debolezza durante le trattative. I prossimi dieci giorni saranno vitali, poiché la situazione potrebbe precipitare ulteriormente; sia i produttori che il sindacato degli attori ne sono consapevoli, e iniziano a mostrare segni di stanchezza interno dopo così tanti mesi di stop forzato dal lavoro.

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