Vanity Fair ha ripercorso tutta la storia dietro la travagliata produzione di Justice League, dalle pressioni della Warner fino all’abbandono di Snyder (ed il consiglio di Christopher Nolan).
Come ben saprete Justice League del 2017 ha avuto una produzione a dir poco travagliata: dopo l’abbandono di Zack Snyder per una tragedia familiare, la Warner Bros. ha ingaggiato Joss Whedon ed ha rimaneggiato completamente la versione originale del regista in pochi mesi, senza rinviare il film e tagliando gran parte di esso. Fortunatamente alla fine – spinta dalle tante pressioni dei fan – Warner ha deciso di rilasciare la versione originale del film, ovvero la Zack Snyder’s Justice League.
Tutto è nato quando, a seguito delle critiche negative a Batman v Superman (uscito nel bel mezzo delle riprese di Justice League) Kevin Tsujihara della Warner ha iniziato a discutere di continuo con Zack Snyder, dato che non apprezzava più la sua visione “dark” e cercava a tutti i costi di alleggerirla con umorismo e scene più leggere, con l’obiettivo di avvicinarsi sempre più al modello dei Marvel Studios (il cui successo tormentava Tsujihara).
Il boss della Warner decise quindi di affidare a Snyder due supervisori: Jon Berg e Geoff Johns, con il compito di monitorare costantemente il lavoro del regista sul set, provando a mediare tra la sua visione e le idee della Warner. Con le pressioni della Warner sempre più forti e con richieste al limite del ridicolo – dopo un primo test screening la major ha chiesto un film di due ore massimo, troppo poco per un progetto corale con 6 protagonisti ed una minaccia aliena – Johns ha proposto il nome di Joss Whedon, ai tempi impegnato con Batgirl, che in una prima fase è stato ingaggiato per riscrivere parte della sceneggiatura.
A seguito del dramma familiare e della scomparsa della figlia Autumn, Snyder ha deciso di abbandonare il progetto e Whedon è subentrato anche alla regia ed ha realizzato un nuovo montaggio della pellicola, quello uscito poi al cinema (che si è rivelato un enorme fallimento).
Essendo uno dei nomi di punta della Warner (almeno ai tempi, ora i rapporti sono cambiati) ed uno dei produttori del DCEU, che ha scelto personalmente Snyder per dirigere Man of Steel, questo montaggio di Whedon è stato mostrato anche a Christopher Nolan.
Nolan ha partecipato infatti ad un test screening privato insieme alla moglie di Snyder, la produttrice Deborah, con dei risultati a dir poco disastrosi. Ecco quanto spiegato dalla Snyder:
E’ stata un’esperienza davvero strana…non so quante altre persone abbiano vissuto esperienze simili. Lavori su qualcosa a lungo, poi lo abbandoni e vedi ciò che succede a quel progetto…
I due hanno raggiunto infatti Zack Snyder a casa, invitandolo fortemente a non vedere quel film.
Sono venuti da me per dirmi “tu non vedrai mai quel film, sapevano che mi avrebbe spezzato il cuore”
Snyder ha seguito fedelmente il consiglio e, come spiegato in diverse occasioni, non ha mai visto la versione cinematografica, anche quando ha iniziato i lavori per completare la Snyder Cut.
Poco dopo l’uscita del film nelle sale e la nascita del movimento #ReleaseTheSnyderCut, la Warner ha chiesto a Snyder (che aveva salvato una copia del suo montaggio sul suo pc) se potevano pubblicare il suo film anche senza gli effetti visivi completi, ma la risposta è stata del tutto negativa:
Io abbandono. Voi lo fate per tre ragioni: uno, togliervi tutto l’internet da dosso, che è probabilmente il motivo principale per cui lo fate. Due, per scagionarvi e sentivi in pace per aver ‘sistemato le cose’. Tre, per far uscire una versione di m***a del film per poter puntare il dito e non ricevere altre proteste”. vedete? Non va bene. Avrei preferito che il film rimanesse un unicorno mitologico per sempre.